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Storia

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Il PIAC è stato fondato per volontà di Pio XI Achille Ratti (1922-1939) con motu proprio “I primitivi cemeteri” dell’11 dicembre 1925. L’idea della creazione di un “Pontificio Istituto delle Antichità Cristiane” risale all’anno 1900, per poi definirsi negli anni della Prima Guerra Mondiale sotto il pontificato di Benedetto XV (1914-1922). L’intenzione originaria era inaugurare nel primo centenario della nascita di Giovanni Battista de Rossi (1822-1894), di cui l’Istituto avrebbe dovuto portare il nome. A memoria della dedica a de Rossi è rimasto il busto, donato dalla figlia Natalia Ferrajoli e ora collocato sopra la loggia del rettorato. Nel 1927 Pio XI assegnava all’Istituto il palazzo attuale, ristrutturato pochi anni fa dalla Santa Sede.

Il Motuproprio prevede una stretta collaborazione tra le tre istituzioni archeologiche della Santa Sede: la Pontificia Accademia Romana di Archeologia (archeologia classica), la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (amministrazione delle catacombe) e l’Istituto, appunto.

L’Istituto iniziò le sue attività con grande slancio e grandi nomi di fama internazionale – Johann Peter Kirsch (lussemburgese), Joseph Wilpert (tedesco), Henri Quentin (francese), Angelo Silvagni (italiano) e ben presto Enrico Josi (italiano) –, ma la Seconda Guerra Mondiale e la morte di Kirsch (1941) crearono grossi problemi. Tuttavia, proprio in quei tempi bui, nel 1939 furono affidati gli scavi sotto la Confessione di San Pietro ai professori Antonio Ferrua, Enrico Josi e Engelbert Kirschbaum (il quarto scavatore Bruno Apollonj Ghetti diventò professore nel 1947).

Solo grazie al continuo sopporto della Congregazione per gli Studi il secondo rettore, il belga Lucien De Bruyne (1946-1961), riuscì a consolidare l’Istituto, che negli anni ’60 assumeva un carattere decisamente archeologico. Questo sviluppo va senz’altro collegato a Félix Darsy, Domenicano francese, purtroppo rettore soltanto per pochi anni (1961-1967), e al segretario Pasquale Testini (1951-1961), che pubblicò un noto manuale e nel 1960 concepì i “Corsi di iniziazione allo studio delle antichità cristiane”, tuttora attivi.

Non è questa la sede per presentare tutta la storia dell’Istituto. Va detto però che negli ultimi decenni la didattica e la vita accademica hanno fatto grandi passi avanti anche grazie al sostegno della Santa Sede, e specialmente della Congregazione per l’Educazione Cattolica e dell’APSA, che hanno garantito un continuo ampliamento e miglioramento della didattica. Testimonianza di questo progresso sono le pubblicazioni dei docenti nonché di tanti allievi, che in numero sempre crescente conseguono la licenza e la laurea con buone prospettive per il loro futuro professionale.

In vista del Centenario della fondazione dell’Istituto è in preparazione una dettagliata storiografia dell’Istituto.

 

 

Letteratura sulla storia dell’Istituto:

  1. Jacquard (ed.), L’Institut Pontifical d’Archéologie Chrétienne. Journal de cinquante années (1925-1975), Rome 1975.

Ph. Pergola, Il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in: P. Vian (ed.), Speculum Mundi. Roma centro internazionale di ricerche umanistiche, Roma 1993, pp. 445-467.

  1. Brandt, Il ceremoniere, l’epigrafista e la fondazione del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in: Rivista di Archeologia Cristiana 83 (2007), pp. 193-222.
  2. Heid / M. Dennert (edd.), Personenlexikon zur Christlichen Archäologie, vol. 1-2, Regensburg 2012.